V5 – Recensione “Non mi uccidere” (Incursioni, 2° puntata)

La nostra prima Incursione, con “Bones & All”, ci ha portato a parlare di un horror d’autore viscerale.  Restiamo in questo campo, con l’opera di un’autrice italiana, la compianta Chiara Palazzolo, scomparsa nel 2012 dopo una lunga malattia, e in particolare con “Non mi uccidere”, primo capitolo della “Trilogia di Mirta / Luna”, adattato da Andrea de Sica per il cinema e oggi disponibile su Netflix.

Chiara Palazzolo ci consegna una classica storia tossica: la ragazza studiosa e di buona famiglia, in una Perugia ancora segnata dall’omicidio di Meredith Kercher, che si innamora di un ragazzo “per male”, dipendente dall’eroina. Mirta e Robin, questi i nomi dei protagonisti, si giurano amore eterno: lei non vuole rischiare di perderlo, e lo segue nel tunnel dell’eroina”.

Un’overdose, impietosamente, li uccide entrambi.

Chiara Palazzolo, l’autrice della trilogia di Mirta / Luna

Ma l’amore è più forte della morte: Mirta si risveglia, trasformata in un “Sopramorto”, un essere soprannaturale che si nutre di carne umana, Robin, invece, non uscirà mai da quella tomba. Mirta dialogando con la sua coscienza, che prende la forma ironica del filosofo Wittgesntein, dovrà liberarsi dalla sua dipendenza emotiva da Robin, e al contempo convivere con la nuova condizione in cui si trova, nascondendo la sua identità e le sue prede.

A darle la caccia, gli enigmatici Benandanti, che gli studiosi di Antropologia ricorderanno dall’omonimo libro di Carlo Ginzburg come un culto ancestrale di mediatori tra il mondo dei morti e quello dei vivi. Mirta sarà salvata dall’incontro con altri come lei, che la proietteranno però in un mondo ancora più pericoloso, ricco di intrighi secolari.

La scrittura della Palazzolo è fortemente materica e sincopata, un lungo monologo in cui Mirta ci riferisce le sue impressioni e le frasi degli altri personaggi in una narrazione spezzata, ossessiva, piena di ripetizioni e interruzioni: la forma perfetta per restituire le impressioni di una creatura confusa e lacerata.

I libri della Palazzolo sono al contempo colti e popolari: arrivati a ridosso dell’onda di Twilight, vennero accostati al genere young adult, ma sono molto più cupi.

La locandina del film, disponibile su Netflix

La pellicola, girata da Andrea de Sica con Alice Pagani (protagonista della serie Netflix “Baby”) e Rocco Fasano (protagonista di Skam Italia) si concentra sul bisogno di accettazione violenta degli adolescenti e sulle atmosfere più pulp e psichedeliche: si perde qualcosa della lunga e complessa introspezione della protagonista, ma una menzione d’onore va fatta per le splendide musiche, che alternano orchestrale e elettronico.

La trilogia di Mirta / Luna, ripubblicata di recente,  è sostanzialmente una campagna introduttiva a Vampiri La Masquerade: c’è la Fame, il rimpianto per la vita mortale e l’attaccamento ossessivo a certi suoi elementi, la necessità di nascondersi e le dipendenze emotive, i cacciatori e una società segreta di non morti.

Fatevi un favore e recuperatela appena potete!

I protagonisti del film e il regista, qui in una posa MOLTO TROPPO Twilight

Autore: Manfredi Mangano

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